17 gennaio 2015

Tempi interessanti.

Tempi interessanti per essere fumettisti. 


Riepilogo veloce della situazione: il Corriere della Sera ha pubblicato un libro, in allegato al quotidiano, intitolato JE SUIS CHARLIE e che raccoglie decine e decine di vignette di autori italiani, francesi, spagnoli e americani. 
Scopo dell'operazione: donare il ricavato in beneficenza al magazine, recentemente vittima di un sanguinoso attentato, Charlie Hebdo.
Messaggio dell'operazione: difendere la libertà di parola.

Gli autori delle vignette non sono stati avvertiti. Le opere sono state prese da internet e pubblicate senza alcun permesso e senza alcuna liberatoria. 
Fra quelle vignette, ce n'è una mia.

Parte non trascurabile della vicenda: il CdS ha rifiutato di mettere nel libro le vignette blasfeme che hanno portato all'attentato della settimana scorsa, in nome del rispetto e della sensibilità altrui.
Nessuno degli autori presenti avrebbe voluto farsi pubblicare in un libro con questa assurda politica.

Scoperta la cazzata, si è alzata una bella onda d'indignazione, gli autori che sono riusciti ad unirsi in gruppo hanno fatto banda e l'incazzatura è mutata in un piccolo movimento d'azione, che ancora è attivo. In un paio di giorni alcuni di noi hanno deciso di lasciarsi la questione alle spalle, molti altri no.

All'indignazione popolare, il CdS ha cercato di replicare senza (a tutti gli effetti) scusarsi, ma appigliandosi a motivazioni irrealistiche e arroganti. De Bortoli, direttore del CdS, ha preso la parola ed è comunque riuscito, se non a fare peggio, a non scusarsi davvero.
Il giornalista Rastelli, ieri, ha pubblicato le scuse tanto anelate da alcuni autori, per poi scoprire, con nostra somma sorpresa, che...non sono scuse.


Questa è solo la versione del Corriere dei fatti a beneficio del lettore medio.
Tutto molto imbarazzante, e molto insufficiente.
E finché personalità del Cds, come la marketing manager, continuano a scrivere cose così, la situazione non può migliorare:



E' tutto gravissimo, e crea un precedente molto pericoloso ed evidente: ne sono minacciati il diritto d'autore, il nostro lavoro e la nostra credibilità professionale.

Domani se ne riparla, state tranquilli.

3 commenti:

  1. Scusa Lorenzo, ma ho seguito la vicenda fin dall'inizio e sono dalla parte dei vignettisti derubati. In fin dei conti, oggigiorno non puoi dire che alcuni artisti, che pubblicano vignette giornalmente sui loro blog o social network, sono "irraggiungibili" ... bastava un commento su FB o una mail, attendere un paio di giorni e avevi il permesso di tutti ...
    Adesso leggo che molto decidono di lasciar correre. Ecco, su questo nonsono d'accordo. Sarebbe l'occasione per fare una class action e pretendere giustizia su un tema che in Italia è trattato superficialmente: il diritto d'autore.
    Sarebbe l'occasione giusta per portare davanti all'opinione pubblica un fatto che a noi sembra scontato, ma che non lo è per la maggior parte degli italiani: ciò che trovi su Internet non è gratuito, non è libero da diritti. Denunciate tutti insieme il Corriere, vincete la causa ed il ricavato donatelo a Charlie Hebdo.
    In questo modo l'Italia tutta, non solo la rete, verrà a conoscenza della porcata fatta dal Corriere, imparerà che forse non può utilizzare tutto quello che trova in rete come più gli piace, imparerà forse la differenza tra immagine per il web e immagine per la stampa, e forse anche il fumetto italiano avrà un pelo più di visibilità e credibilità di fronte al grande pubblico.

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    1. Ciao Sauro, alcuni hanno deciso di lasciar correre per decisioni personali, altri costretti da logiche degli editori per cui lavorano, di più non posso dirti. Ma tranquillo che tanti di noi non lasceranno correre, è una situazione troppo grave.

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    2. Lo spero. Perché é un modo di fare che fa sradicato!

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